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[Recensione] The Mandalorian 3 – Chapter 21: The Pirate

Ecco la nostra recensione per il ventunesimo capitolo della serie The Mandalorian, The Pirate.


The Mandalorian 3 Chapter 21: The Pirate, ecco la recensione dei redattori Empira

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!

The Mandalorian

Fabio Pupin

Con il Capitolo 21, Il Pirata, i fili si intrecciano sempre di più e preparano le basi per un finale di stagione esplosivo, verosimilmente con un cliffhanger che ci lascerà in ansia a tempo indeterminato.

Quella che sembrava essere la quest principale di questa stagione, la redenzione di Din, si è conclusa nel giro di due episodi, ma ha mosso gli ingranaggi di una macchina più grande. 

La visita del Mando su Navarro ci ha fatto conoscere il Pirata da cui prende il titolo l’episodio, le cui mire sul pianeta lo portano a sferrare un attacco che costringe Karga a chiedere l’aiuto della Nuova Repubblica. Nuova Repubblica che pare già arenata nella burocrazia, con il sospetto nemmeno troppo velato che l’inefficienza e l’inettitudine siano incentivate da chi trama nell’ombra.

Carson Teva, il pilota di X-wing detective di pattuglia nell’Orlo Esterno, che già da tempo ha capito che l’Impero è una bestia dura a morire, non può che rivolgersi al Mando, sapendo che quest’ultimo, a sua volta, non potrà che intervenire in aiuto di Karga. E scommettendo che non sarà solo un pistolero solitario a presentarsi all’appuntamento con i pirati.

Convinti da Vizsla e guidati da Bo-Katan i Mandaloriani piovono sui cieli di Navarro. La battaglia, sia aerea che a terra è di quelle da vedere e rivedere. Volete i dog-fight acrobatici? C’è l’N-1 contro gli snub-fighter, 10 a 1 come piace a noi. Volete le navi grosse e cattive? C’è una Cumulus-class con una ciurma arrivata direttamente dai Caraibi. Volete la guerriglia urbana? Abbiamo un team di professionisti della guerra, pochi ma cazzuti, contro una marmaglia numerosa ma disponibile a diventare carne da cannone. Potete scegliere se preferite la potenza di fuoco dei blaster rotanti o le martellate nella nuca. Ce n’è per tutti.

Liberata Navarro (addio Re Pirata, ci mancheranno le tue alghe) è l’Armaiola a decretare sul finale dell’episodio la nuova missione collettiva: è tempo di riprendersi Mandalore. Bo-Katan viene candidata di nuovo come leader – e mi piace molto come rimangano ancora indefinite le sue reali intenzioni, così come quelle dell’Armaiola, che sembra ben più astuta di una semplice fabbra integralista- ed è chiamata a raccogliere anche le altre fazioni sparse per la galassia.

Nel frattempo il detective Teva scopre il relitto dello shuttle a bordo del quale si trovava Gideon, in viaggio verso il suo processo. Di Gideon nessuna traccia ovviamente, ma sono le schegge di beskar sul luogo del delitto la vera rivelazione. L’estrazione è opera dei Mandaloriani? O è un tentativo di incriminarli e metterli contro la Nuova Repubblica?

Passato il giro di boa della stagione, ci troviamo con davvero tante linee di trama, che intrattengono, incuriosiscono e aprono a infiniti scenari e domande. Lo capiremo solo vivendo, ma sembra proprio che la premiata ditta Filoni&Favreau abbia ufficialmente cominciato a dedicarsi alla lunga e delicata operazione di cosmesi della trilogia sequel. Non è solo The Mandalorian a puntare in quella direzione, ma anche The Bad Batch. La speranza è che la chirurgia estetica faccia miracoli e non generi mostri, ma su quello sono anche relativamente fiducioso. Mi rassicura che gli elementi con cui verosimilmente la sequel verrà rattoppata sono dosati bene, finora. Mi piace tantissimo che The Mandalorian sia davvero molto organico, e si stia fondendo molto bene con tutto il canone, compresi libri più o meno oscuri ai più, show secondari, o serie animate trascurate (no, non Rebels, quella è ormai assodato che sia fondamentale, intendo invece Resistance…). Avanti così.

Claudio Rossetti

Mamma mia che episodio bomba che è stato il Capitolo 21!!

Non so davvero da dove iniziare.

Un episodio senza dubbio pieno di cose interessanti e sviluppi imprevedibili.

Con questo capitolo sembra si sia chiusa la parentesi “pirata” aperta nel primo episodio. Di fatto è incentrato tutto sulla vendetta di Gorian Shard nei confronti di Nevarro e del suo Alto Magistrato Greef Garga. Quest’ultimo in evidente difficoltà lancia un messaggio alla Nuova Repubblica che però ahimè declina. Ciò va a favore dei nostri cari mandaloriani che se ne stanno tranquilli nel loro pianeta top secret.

Insomma cercando di farla breve il gruppo dei mandaloriani guidati dall’Armaiola si recano a dare supporto a Nevarro. E qua succede di tutto. 

Si da inizio ad una battaglia incredibile piena di gas. Din Djarin con la sua N1 è protagonista delle sequenze più spettacolari di questo episodio. Ormai la sua colonna sonora con cui entra in scena è più che mai azzeccata e fa venire un gas tremendo. Un battaglia davvero degna di nota quella per salvare Nevarro dall’attacco dei pirati, con un Paz Viszla che gasa e un’Armaiola tremendamente letale.

Ovviamente come ogni favola, Nevarro viene salvata e i mandaloriani ottengono un pezzo di pianeta da utilizzare come rifugio. Concesso in segno di gratitudine da Greff Garga. Ma è qua che avviene la cosa, che personalmente, ho trovato più interessante.

Un colloquio inaspettato tra Bo-Katan e L’Armaiola. Dove al termina chiede a Bo-Katan di togliersi l’elmo. Whattttt!!!!

Dopo tutta la filosofia dietro questo gesto, dopo che ci hanno fatto capire che per i mandaloriani era un gesto sacrilego, gli chiede di togliersi l’elmo. Rimasto un po’ rintronato da questa cosa e soprattutto incuriosito dal suo scopo finale, rimango ancora più sorpreso quando annuncia la missione di Bo-Katan a tutti i mandaloriani.

Ovvero trovare altri mandaloriani sparsi per la galassia per poter riportare Mandalore alla vecchia gloria. Bo-Katan l’eroina delle due fazioni, credo che possiamo chiamarla cosi. Lei avendo visto il Mitosauro vivo è la prescelta per far tornare tutti su Mandalore e guidarli.

Il suo sogno di comandare tutti è alla sua portata e più vicino che mai.

 La scena finale, tuttavia, mi fa venire in mente un sacco di teorie e un sacco di “ansia”. Perché c’era del Beskar nella navicella di Moff Gideon? Che sia stato un mandaloriano a liberarlo? E se cosi fosse, di chi si tratta? Suppongo lo scopriremo nelle prossime puntate.

Che dire infine? Sto letteralmente adorando il percorso di Bo-Katan, lo trovo intrigante e davvero coinvolgente. Il suo personaggio sta avendo uno spessore pazzesco. Personalmente non l’ho mai adorata come personaggio ma con questa terza stagione mi sta conquistando.

Dovessi dire un difetto o meglio una cosa che mi è balenata in testa rivedendo questo episodio, Din mi sembra un po’ messo da parte. L’ho vissuto molto più da protagonista nelle precedenti stagioni. In questa per adesso mi sembra faccia un po’ da sfondo a tutto, sembra che Bo-Katan sia la vera protagonista. Perlomeno è quello che ho percepito io. Sicuramente bisognerà aspettare la fine di questa stagione ma questa è solamente una mia impressione avuta facendo un recap di questi 5 episodi.

Voto 8,5

Marco Puglia

Che bello questo episodio, mi sono divertito ed emozionato, una corsa adrenalinica, ma anche tanto altro.

La trama è abbastanza verticale, con una delle classiche missioni da compiere per salvare un amico in pericolo, ma la messa in scena è ben calibrata e la trama orizzontale che ci accompagna fin dal primo episodio di questa serie, è ben presente e prende una piega che non lascia adito a dubbi.

Cominciamo proprio da questo punto, da quello che succede alla fine dell’episodio. Jon Favreau riesce in quello che molti di noi speravano, ma che nessuno aveva idea di come potesse essere realizzato: Bo-Katan viene invitata a togliersi l’elmo pur mantenendo la dedizione al credo. Ma non solo, viene elevata a unificatrice di tutti i mandaloriani dalla stessa armaiola, la maggiore esponente dei Figli della Ronda.

Un’operazione quasi perfetta, credibile e sensata che mi ha colpito ed emozionato.

Ma in questo capitolo 21 c’è anche altro: il ritorno dei pirati con il loro leader Gorian Shard che minacciano e devastano la pacifica cittadina di Nevarro dove l’alto magistrato Greef Karga si vede costretto a chiedere aiuto alla nuova repubblica, ma che alla fine gli verrà negato.

Ed è proprio la nuova repubblica che rappresenta uno dei protagonisti negativi di questa stagione: una macchina lenta e cieca di fronte a quanto sta succedendo nella galassia. Dopo la vittoria sull’impero, i burocrati hanno preso il sopravvento sulla ribellione, portando piano piano alla rovina tutto quello che era stato conquistato con fatica e grandi sacrifici.

Possiamo quasi vedere un parallelo con tante situazioni che viviamo spesso nella nostra realtà e a partire dalla serie Andor, queste analogie sono sempre più presenti.

Alcuni personaggi però sono diversi, non si fermano all’apparenza, ma guardano oltre e riescono a percepire quello che sta per succedere. E’ il caso di Carson Teva, un pilota ribelle di stanza alla base Adelphi che, dopo aver ricevuto il rifiuto dalla nuova repubblica, cerca un modo per aiutare Nevarro e lo trova in una sua vecchia conoscenza, Din Djarin.

Il mandaloriano, a sua volta, cerca di convincere gli altri Figli della Ronda che rispondono per voce di Paz Visla in un discorso appassionato, che spinge tutti i propri compagni a buttarsi in questa avventura perché… questa è la via!

Lo scontro con i pirati è fantastico, sia a terra che nei cieli. Tanta azione e tanta epicità nei singoli, come l’armaiola che si libera dei pirati usando solamente pinza e martello. Ma quanto sono fighi i mandaloriani???!!!

Del finale ho già parlato e non mi rimane che menzionare la guest star di questo episodio che mi ha fatto letteralmente sobbalzare sul divano: Zeb, il Lasat visto nella serie animata Rebels che qui ammiriamo in live action. Una trasposizione perfetta che rappresenta un altro tassello nell’operazione di rendere queste nuove serie (animate e non) un unicum, con interscambio di personaggi e storie che si intrecciano. Ma la presenza di Zeb ci pone anche domande sulla prossima serie dedicata ad Ashoka e continua a far viaggiare la nostra immaginazione, nell’attesa della sua uscita.

Rebecca Micol Sergi

La seconda metà di The Mandalorian 3 procede a spron battuto e senza esclusioni di colpi, continuando a fornirci spiragli sull’epicità Mandaloriana sul loro pianeta natale in arrivo.

Nella scorsa puntata elogiavo il ritorno alle origini, alla prima stagione, che continua in questa puntata e a cui si aggiungono tutti gli elementi che hanno reso The Clone Wars una delle migliori serie Star Wars in circolazione.

Una fregata live-action degna delle sue migliori puntate, tante comparse aliene, Mandaloriani in perfetta forma: cosa chiedere di più?

In questo senso notiamo come la guida di una Mandaloriana esperta come Bo-Katan abbia realmente risollevato le sorti di un clan alla deriva, e si ha il sentore di non aver ancora visto la piena potenza né di tutti loro, né di Vizsla e l’Armaiola in particolare.

Menzione d’onore a Gorian Shard, un villain molto particolare di cui siamo certi approfondiremo la sua storia e i suoi intenti con molto interesse durante Skeleton Crew.

Ora scusate, torno a piangere sul finale di The Bad Batch.

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