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Andor, Elizabeth Dulau: l’incredibile performance della nuova icona ribelle di Star Wars

In Andor, al suo primo ruolo professionista nei panni dell’enigmatica Kleya Marki, Dulau ha saputo imporsi con una presenza scenica potente tanto misteriosa quanto fondamentale nella rete di spionaggio della Ribellione

Elizabeth Dulau in Andor: l’esordio di una stella protagonista di una galassia lontana lontana

Nel vasto e sfaccettato universo di Star Wars, ogni tanto emerge un personaggio in grado di lasciare il segno non per la quantità di battute o per l’azione esplosiva, ma per la profondità emotiva e la forza silenziosa che porta in scena. È il caso di Kleya Marki, interpretata da una sorprendente Elizabeth Dulau, al suo primo ruolo professionista, nel capolavoro seriale Andor.

Affiancata da un gigante del cinema come Stellan Skarsgård, che interpreta il ribelle Luthen Rael, Dulau si è inserita nel cuore della narrazione con una prova attoriale matura e carismatica. Kleya, inizialmente avvolta dal mistero nella prima stagione, si rivela essere molto più di una semplice assistente nella galleria di Coruscant: è una stratega, un’agente in incognito e soprattutto il pilastro silenzioso della rete ribelle orchestrata da Luthen.

La seconda stagione di Andor svela gradualmente le origini del legame tra Kleya e Luthen attraverso potenti flashback: lei, giovane sopravvissuta a un assalto imperiale, salvata da un soldato disilluso; lui, che da quel momento la prende sotto la sua ala, addestrandola come una vera rivoluzionaria. Ma, come sottolinea Dulau, “non è una relazione padre-figlia. Non è tenera. È forgiata nel trauma e nella necessità.”

Il loro rapporto si fonda su un equilibrio sottile fatto di fiducia assoluta, disciplina ferrea e un legame emotivo complesso che trova la sua massima espressione proprio quando Luthen, per evitare la tortura imperiale, deve essere sacrificato. In queste scene, Elizabeth Dulau offre una performance devastante, dove il conflitto interiore di Kleya – tra amore, rabbia e dovere – si manifesta senza bisogno di parole.

Elizabeth descrive la sua Kleya come una figura alimentata dalla perdita, dalla rabbia e dalla volontà di vendetta: “La sua ribellione è personale. È spinta dal dolore di ciò che ha perso, e questo la rende una combattente implacabile”. Il regista Ariel Kleiman ha lavorato con l’attrice per trasformare questi elementi interiori in gesti precisi e misurati, come nella scena in cui Kleya maneggia la sua radio segreta: un oggetto costruito pezzo dopo pezzo, simbolo della sua dedizione totale alla causa.

Anche nei momenti più tesi, come l’incursione durante la festa organizzata dal banchiere Chandrilano Davo Sculdun, Kleya resta totalmente in controllo con sé stessa e con l’ambiente ostile che la circonda. È lei a gestire le interazioni con l’agente ribelle Lonni Jung e a sfuggire all’occhio vigile del Direttore Krennic. Una prova d’astuzia e autocontrollo che mostra quanto sia letale il potere dell’invisibilità. “Ha coltivato quella maschera per essere sottovalutata”, racconta l’attrioce a starwars.com, “È una strategia, una protezione. È così che sopravvive”.

Il successo della sua interpretazione ha portato alla naturale espansione del ruolo nella seconda stagione, ma per l’attrice il ricordo più prezioso resta l’esperienza vissuta sul set. “Ho detto a Stellan che non dimenticherò mai di aver cospirato contro l’Impero accanto a lui. Per tutta la vita, qualunque altro lavoro farò, Andor resterà indelebile”.

Elizabeth Dulau ha dimostrato che, anche al primo ruolo, si può lasciare un’impronta indelebile nella saga più amata della fantascienza. La sua Kleya Marki è destinata a restare tra i personaggi più intriganti del nuovo corso narrativo di Star Wars: una ribelle nell’ombra, la cui vera arma è la determinazione granitica e silenziosa.

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