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“The Acolyte – La Seguace”. La recensione IN ANTEPRIMA delle prime 4 puntate. A cura di Roby Rani [attenzione SPOILER]

L’opinione di Roby Rani sulle prime quattro puntate della nuova serie in live action targata Star Wars “The Acolyte”

La recensione del nostro presidente Roby Rani sui primi quattro episodi di “The Acolyte – La Seguace”, la nuova serie in live action targata Star Wars, in streaming su Disney+ dal 5 giugno.

PREMESSA NECESSARIA A THE ACOLYTE

Essere un tifos… (ops), un fan di Star Wars oggi è veramente molto complicato, soprattutto se si è anche generalmente appassionati di storie, cinema e TV.
Se poi si è anche dotati di un età anagrafica avanzata come la mia, allora la difficoltà si eleva alla seconda.
Voler bene a Star Wars è come voler bene ad una persona, si tende spesso a perdonare o a non voler vedere, i difetti, gli errori o le scivolate narrative che ci vengono indicate dalla nostra coscienza di esperti consumatori decennali di “storie animate” e dal nostro sempre discutibile gusto.
Ma, e queste parole appena scritte potrebbero distrarvi da un eventuale fiducia nei miei confronti, mi ritengo abbastanza navigato (in questa galassia) ma anche innamorato e rispettoso così da poter guardare un prodotto come The Acolyte con il giusto equilibrio tra l’aspettativa e la realtà che il mio cervello analizza a visioni terminate. Ripeto: visioni, plurale.
Ecco, questi miei pensieri li scrivo dopo la seconda visione dei primi 4 episodi che Disney+ mi ha permesso di vedere in anteprima e che ringrazio infinitamente.

LE ASPETTATIVE

Mi sono trovato subito di fronte ad un grosso problema, le maledette aspettative che il trailer e le clip hanno creato. Lo metto sempre in conto questo scalino impervio ma nonostante tutto, SBAAAM! Ci inciampo sempre con tutte le scarpe ed ecco che arriva la delusione.
Ciò che avevo visto e somatizzato nei trailer e nelle clip mi portava alla mente quell’immaginario Kung Fu che adoro, soprattutto quando fatto bene (e si, le slappe e i pacconi mostrati nelle clip sono fatti molto bene) unito ad una drammaticità alla Andor, con conseguente speranza che avesse anche la stessa qualità narrativa. Su questo però dubitavo un pelo, una serie con cavalieri Jedi e spade laser non può avere un target così adulto e potenzialmente limitato e infatti, non sbagliavo.
Durante la 1×01 ho subito pensato alla “scammata”; non ai livelli di altri prodotti ma comunque si, temo sarà fonte di discussioni importanti sopratutto per quello che riguarda la gestione di alcuni personaggi.
Tutte le scene di combattimento presenti nelle prime 4 puntate le abbiamo già viste nei trailer e nelle clip e questo mi ha lasciato un pelo perplesso.

LA DELUSIONE?

A questo punto arriva inevitabilmente il down morale e se ci si lascia sedurre dal lato oscuro sarà la fine. Gli occhi e il cuore vedranno solo quello che non funziona, ammassando problemi e delusioni che sanciranno la fine dell’entusiasmo con la sentenza tastieristica più detestabile e ottusa del web: “sta serie è una merda”.
Vi ricordo anche che solo i Sith vivono di assoluti ma non io, non più. Ho un animo decisamente ribelle e sono molto grato a quello che Star Wars mi ha regalato nei miei 50 anni di vita (e non parlo dei prodotti), così prima di chiudere la porta ad Acolyte e al senso logico di un’analisi più matura e ragionata, respiro e ragiono sull’effettivo prodotto, bypassando le aspettative.
In tutta onestà però, è giusto dire che questo trattamento lo riservo principalmente ai prodotti Star Wars. Sono troppo legato a questo franchise per relegarlo ad un semplice “mi aspettavo altro”.

CI SIAMO GIA’ VISTI?

Lucasfilm ha diverse regole per le proprie storie Star Wars, apprezzabili o meno è così. Una di queste dice che le storie si ripetono di generazione in generazione. Una sorta di loop narrativo che vede la luce e l’oscurità affrontarsi fino alla notte dei tempi. L’altra invece parla della famiglia, di eredità e di strade da scegliere e anche per The Acolyte è esattamente così.
Se vogliamo parlare di eredità artistica però non è la serie Andor che ispira The Acolyte ma è La MInaccia Fantasma ma non spaventavi, non nella sua accezione negativa, non c’è traccia di Jar Jar.
E’ una sorta di effetto “Risveglio della Forza vs Una nuova Speranza” ma gestito in modo molto più curato e molto meno evidente. Sentiamo che ci ricorda qualcosa ma in senso positivo, molto positivo…almeno per me.

INTENZIONE vs ESTETICA

Certo, una parte di pubblico vorrebbe storie nuove e meccaniche narrative differenti ma conosciamo ormai Lucasfilm e la base è sempre quella, anche se stiamo vedendo un periodo molto lontano dalle storie che conosciamo.

Nota a margine: La datazione precisa dice “100 anni prima dell’ascesa dell’Impero Galattico” ma bisogna capire se intendono il periodo generale della prequel trilogy o se intendono con precisione la vera ascesa di Palpatine, ovvero il periodo raccontato ne La Vendetta dei Sith. Quindi, sono 87 anni prima di Episodio 1 e 119 anni prima della Battaglia di Yavin? O 100 anni prima di Episodio 1? Tutto questo è piacevolemente molto nerd ma aspetto comunque risposta.

Tornando alla serie. Se narrativamente mi ricorda molto Episodio 1, come intenzione, mi ha portato alla mente il progetto di estetica applicato a tutta la sequel trilogy.
E’ tutto talmente “vecchio” che risulta tutto molto nuovo ma allo stesso tempo sensato e organico con lo stile Star Wars.
Nota di grande merito per il design, i costumi, i prop e le scenografie, tutte apparentemente reali, pratiche, che riescono a rappresentare e trasmettere molto bene il passato della galassia.
Vediamo colori sgargianti, nuovi alieni (quasi tutti), droidi che sembrano usciti direttamente dagli anni ’50, astronavi belle curve, tondeggiantie e piene di alettoni che ricordano molto più Flash Gordon che gli spigoli vivi di un Falcon o di un X-Wing.
La palette colori è vastissima e anche questo racconta un periodo molto diverso da quello a cui siamo abituati ma no, non è tutto rose e fiori.

LA STORIA E L’ATMOSFERA DI THE ACOLYTE

Sappiamo che stiamo vedendo la fine dell’Alta Repubblica, per cui un periodo d’oro per i cavalieri Jedi ma non è quello che percepiamo.
Non è una serie prettamente adulta ma il suo avere un impostazione crime la porta ad essere comunque misteriosa e piena di intrighi ancora aperti. C’è un oscurità di fondo che ci impedisce di vedere quell’epoca d’oro che dovrebbe essere, e anche qui ricorda molto bene La Minaccia Fantasma.
Alla fine del 4° episodio mi trovo con diverse domande molto interessanti e curiose a cui devono darmi risposta, per forza. Spero moltissimo che prendano la strada che hanno tracciato (o che io credo di aver visto tracciata) e che mi stupiscano con il finale di stagione.
La paura è tanta però, lo spauracchio LOST e la gestione tecnica pessima del finale di Ahsoka sono sempre un monito che mi tengono con l’entusiasmo sospeso.
Oltre a questa oscurità di fondo non mancano i momenti leggeri e le battute che però non sono tantissime. Alcune sono gag evitabili ma nell’economia delle 4 puntate viste (sempre in VO sottotitolate) mi sento di dire che sono totalmente ininfluenti.

RISCHI

Raccontare storie di questa galassia è sempre più complesso, soprattutto quando si scrivono per piacere a più persone possibili nella speranza di conquistare nuovi fan e convincere i vecchi.
Ci sono mille vie da prendere ma ce n’è solo una che Lucasfilm sa di dover sempre proseguire e quella è la via della Forza.
La Forza, i Jedi, misticismo, l’avventura, il fascino e il mistero che ne consegue. Tradotto in senso pratico rappresenta la classica gallina dalle uova d’oro ed è logico che la si debba cavalcare, anche se è sempre e solo una gallina.
Nella 1×03 Acolyte si prende parecchi rischi, o meglio, decide di ampliare ulteriormente quel mondo sacro della forza e dei culti ad essa legati. Scrive una pagina in più che, a seconda di come la si guarda o di come la si vuole leggere, potrebbe risultare blasfema, sopratutto se si considerano i titoli cronologicamente successivi.
Specifico questo perché ho già visto un paio di post in merito e non è un mio pensiero. Sono perfettamente conscio del fatto che è comunque un “franchise macina soldi” e comprendo le dinamiche ed esigenze produttive narrative che portano avanti queste storie. Il mio problema è sempre stato un altro e ci arriviamo adesso.

TECNICISMI

Quello che mi è piaciuto meno ma che credo abbia un intento preciso, è un po’ il mostrarsi di questa serie. La fotografia, gli effetti visivi, la regia e il montaggio generale risultano molto, forse troppo, teatrali…
Di istinto e in alcuni momenti, ho avuto l’impressione che fosse più simile ad una sit com che ad una serie TV di questo tipo.
Tutte le bellissime scenografie sembrano troppo “scenografie montate nei teatri di posa” e non luoghi credibili come siamo abituati a vedere.
E come se “La fotografia” svelasse la finzione dei set. Questa sensazione mi era già arrivata durante la visione di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo e non ne avevo un bel ricordo… Un paragone con i prodotti Lucasfilm recenti potrebbe essere con la serie Willow ma anche qui temo non sia una bella accoppiata… Potrebbe però, esserci un mah, ci arrivo dopo.
Anche la recitazione non mi ha convinto moltissimo, fatta esclusione per Lee Jung-Jae (il Maestro Sol) che gioca letteralmente un altro campionato, o per Rebecca Henderson (la Maestra Vernestra) che, anche se con poco screen time, dimostra di avere una marcia in più. Ma anche qui, potrebbe esserci lo stesso mah di prima.
In pratica, tutto il reparto tecnico sembra non brillare mai: ne con la regia che risulta estremamente basica, ne nel montaggio, anch’esso molto basico e con quel sentore da sit com, ne con il ritmo che, non essendo altissimo quanto ci si aspettava, potrebbe far storcere il naso ad alcuni giovani padawan assetati di azione…(si può essere Padawan a 50 anni vero?)
È tutto molto patinato, troppo forse… Un po’ come si mostravano le storie di Flash Gordon… ed è proprio questo il mah di cui sopra.
Sospetto che sia tutto volutamente “vecchio” anche per questo motivo. Nel caso fosse così sarebbe un grosso azzardo anche questo ma lo troverei molto interessante e si, anche riuscito.

LA SCRITTURA

Lascio la scrittura da sola perché invece la ritengo interessante. In entrambe le visioni la mia voglia di proseguire e la mia curiosità erano ben presenti.
Acolyte riesce a tenermi lì e anche se ci sono alcuni momenti sviluppati in modo ingenuo, superficiale e tirato via, nel complesso la ritengo una interessante avventura Star Wars che affonda le unghie nella lore e nella mitologia della galassia e questo è molto importante per quello che mi riguarda. La sensazione durante la seconda visione era molto positiva e soddisfacente. Mi sono piaciute le 4 puntate di The Acolyte e mi hanno fatto stare bene.
Si vede che è una serie realizzata con la passione e la voglia di citare SW stesso e azzardo a dire che no, non si vede la mano di Dave Filoni, nel bene ma anche nel male… da un certo punto di vista.
E’ un prodotto staccatissimo da tutta la Lore SW animata e questo ha aiutato sicuramente il cast tecnico a dargli un impronta propria senza disturbare troppo il classico…

I PERSONAGGI

Se considero la sua più grande ispirazione La Minaccia Fantasma, posso tranquillamente dire che il Maestro Sol corrisponde a Qui Gon-Jinn, così come Vernestra Rwoh e Indara risultano essere un mix tra Windu e Yoda. Mae è una sorta di Anakin/Vader, Yord Fandar è un antipatico Obi Wan-Kenobi e il misterioso force user dalla lightsaber rossa è un connubio tra Maul e Palpatine… e non finisce qui.
Nonostante la recitazione non impeccabile di alcuni di loro però, risultano comunque un gruppo bene assorito e con delle caratterizzazioni chiare e comprensibili. C’è qualcosa che ancora manca all’appello di alcuni di loro e spero sia interessante scoprirlo nelle prossime e ultime 4 puntate.

LA MUSICA DI THE ACOLYTE

Più che musica è una colonna sonora che fa il suo dovere. In Star Wars è sempre molto importante per sottolineare le emozioni e le atmosfere che stiamo vivendo e qui sembra funzionare bene ma senza picchi di epicità, per il momento.

PER FINIRE

Spero abbiate apprezzato il mio punto di vista ma spero anche di aver analizzato tutto questo con obiettività e ragione.
Il mio obiettivo è sempre quello di condividere il bello che mi capita nella vita e se in quel bello appaiono anche le parole Star Wars allora diventa tutto più difficile, ostico ma se funzionale, soddisfacente.
Le prime 4 puntate di The Acolyte mi sono piaciute. Mi hanno fatto stare bene e mi hanno incuriosito moltissimo.
Mi hanno esaltato e commosso come Andor? No.
Mi hanno disturbato come Gli Ultimi Jedi? No.
Mi hanno riportato in quella galassia? Si, alla grande.
E questo PER ME, basta, spero basti anche per voi, altrimenti ci tocca aspettare ancora.

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